L'Omeopatia
L’Omeopatia nasce più di 200 anni fa in Germania prendendo le mosse dalle osservazioni del medico ricercatore e chimico Christian Samuel Friedrich Hannemann,
il quale rimase colpito dall’osservazione che i lavoratori della
corteccia di china accusavano dei disturbi determinati
dall’intossicazione delle polveri di corteccia di china, molto simili
ai sintomi della febbre malarica.
Partendo da queste considerazioni il dott. Hannemann decise, novità assoluta, di provare su se stesso gli effetti della corteccia di china. Inaugurò cosi’ un nuovo metodo, quello della farmacologia sperimentale.
Il dott. Hannemann scrisse che assumendo per diversi giorni, due volte al dì, 4 pizzichi di buona china, avvertì in breve tutti i sintomi della febbre intermittente tipica della malattia ma senza brividi febbrili veri e propri.
Questo fenomeno durava due tre ore ogni volta e si rinnovava ripetendo la somministrazione, quando smise era guarito.
In seguito sperimentando molte altre sostanze su di se e su altri soggetti sani giunse alla conclusione che tutte le sostanze da lui studiate provocano nell’uomo sano un effetto caratteristico simile ad una malattia, la chiamò “malattia da farmaco".
Nacque il principio della ”similitudine” cioé l’uso dei rimedi sperimentati utilizzati sui malati quando il quadro patologico presentato dal paziente corrispondeva al quadro del farmaco. Il paziente riceveva il farmaco in dose omeopatica.
Si introdusse quindi il principio della diluizione ossia della somministrazione del farmaco in dose molto attenuata.
Le diluizioni possono essere decimali o centesimali. Il nuovo principio curativo venne chiamato “omeopatia” perchè si basa sulla regola del simile (similia similibus curentur).
Partendo da queste considerazioni il dott. Hannemann decise, novità assoluta, di provare su se stesso gli effetti della corteccia di china. Inaugurò cosi’ un nuovo metodo, quello della farmacologia sperimentale.
Il dott. Hannemann scrisse che assumendo per diversi giorni, due volte al dì, 4 pizzichi di buona china, avvertì in breve tutti i sintomi della febbre intermittente tipica della malattia ma senza brividi febbrili veri e propri.
Questo fenomeno durava due tre ore ogni volta e si rinnovava ripetendo la somministrazione, quando smise era guarito.
In seguito sperimentando molte altre sostanze su di se e su altri soggetti sani giunse alla conclusione che tutte le sostanze da lui studiate provocano nell’uomo sano un effetto caratteristico simile ad una malattia, la chiamò “malattia da farmaco".
Nacque il principio della ”similitudine” cioé l’uso dei rimedi sperimentati utilizzati sui malati quando il quadro patologico presentato dal paziente corrispondeva al quadro del farmaco. Il paziente riceveva il farmaco in dose omeopatica.
Si introdusse quindi il principio della diluizione ossia della somministrazione del farmaco in dose molto attenuata.
Le diluizioni possono essere decimali o centesimali. Il nuovo principio curativo venne chiamato “omeopatia” perchè si basa sulla regola del simile (similia similibus curentur).